Il caldo record dell’estate 2022 in Italia e l’aumento di decessi
Su numerosi quotidiani e media italiani è stata pubblicata una ricerca che mette in relazione la particolare estate calda che si è verificata in Italia e in molti Paesi europei nell’estate del 2022 e un significativo incremento di mortalità da essa causata. Faccio notare che è da tempo che il tam tam mediatico climatista impone all’opinione pubblica la teoria che con l’incremento della temperatura media si verifica un incremento considerevole di mortalità. Ora metterò a confronto lo studio alla base di questa presunta relazione caldo estivo/più decessi, con i numeri e le statistiche pubblicate dai più importanti centri di statistica italiani ed europei. I dati sono liberamente consultabili e a disposizione di chiunque (nrd. La verifica delle notizie dovrebbe essere il compito di un attento giornalista).
Lo studio in questione è il seguente: Mortalità legata al caldo in Europa durante l’estate del 2022, pubblicato il 10/07/2023 su Nature Medicine.
Cosa sostiene lo studio
“Abbiamo mirato a quantificare il carico di mortalità correlato al caldo durante l’estate del 2022, la stagione più calda mai registrata in Europa. Abbiamo analizzato il database Eurostat sulla mortalità, che comprende 45.184.044 decessi da 823 regioni contigue in 35 paesi europei, che rappresentano l’intera popolazione di oltre 543 milioni di persone. Abbiamo stimato 61.672 (95% intervallo di confidenza (CI) = 37.643–86.807) decessi correlati al calore in Europa tra il 30 maggio e il 4 settembre 2022. Italia 18.010 decessi.“
Cosa dice la statistica
Eurostat mette a disposizione i dati della mortalità di tutti i Paesi europei, come percentuale mensile di mortalità addizionale rispetto alla media del periodo compreso tra il 2016 e 2019 (nrd periodo COVID escluso). Istat mette a disposizione il numero assoluto di decessi per mese. Da quest’ultima fonte si può calcolare il totale dei decessi nel periodo compreso tra il 01/06 e il 31/08/2022 e cioè pari a 174.630
I decessi totali per l’anno 2022 risultano pari a 713.499, cioè mediamente 59.458 al mese, quindi 178.374 nel trimestre estivo del 2022. Se non volessimo accontentare di questa media generale, potremmo ricorrere a quella di giugno-agosto in anni non sospetti, cioè di riferimento 2016-2019. Questo dato medio risulta essere pari a 49.930 decessi/mese, che nel trimetre equivalgono a 149.790, quindi con una differenza di 28.584 decessi in più.
Ci potrebbero essere altre cause di mortalità nel periodo luglio agosto 2022? Il COVID
Ricordo, purtroppo personalmente molto bene, che in quei mesi del 2022 ci fu una forte ondata di COVID. La statistica conferma che ci fu una significativa ondata proprio in quel periodo, evidenziata nel cerchio verde dell’immagine sottostante. (fonte: Ministero della Salute)
Il totale dei decessi classificati come COVID risultano pari a 9.263 casi, numero da sottrarre, con tutta evidenza ai 28.584 decessi totali nel trimestre. Quindi, escluso i casi accertati di decessi causati dal COVID, rimangono in Italia altri 19.321 decessi, cifra simile ai 18.010 casi dichiarati dallo studio.
Ora però sarebbe utile vedere queste cifre anche da un’angolatura diversa. Rispetto ad altri mesi dell’anno, magari quelli invernali, come si colloca un numero di decessi mensile pari a 6.440?
Osserviamo i dati invernali, cioè del periodo dicembre-gennaio-febbraio
Nel medesimo periodo di raffronto 2016-2019 risulta un numero di decessi mensile medio pari a 61.186. Numerosi studi indicano il periodo freddo invernale e quindi il freddo, come causa di mortalità maggiore rispetto a quello estivo. Raffrontando i numeri di cui sopra, la differenza risulta di ben 10.587 decessi/mese in più nel trimestre invernale rispetto a quello estivo.
E quelli estivi?
C’è poi un’altra discrepanza da evidenziare. Se fosse vero che la principale causa di morte dell’estate 2022 è stato l’eccesso di caldo, non si capisce come in realtà il mese di giugno, risultato molto più caldo della media, parimenti a luglio e agosto, non abbia visto un incremento di decessi.
Le analisi del CNR-ISAC di Bologna indicano che il trimestre estivo giugno-agosto 2022 è stato il secondo più caldo, sia a livello nazionale (anomalia da 1991-2020: +2,06 °C), sia al Nord (+2,32 °C), al Centro (+2,15 °C) e al Sud (+1,89 °C), nella serie storica con inizio nel 1800 (1831 nel caso del Centro Italia).
Nell’immagine sottostante sono disegnate graficamente a colori le anomalie della temperatura misurata nei tre mesi estivi del 2022 in Europa.
Inoltre i dati riportati nello studio in ambito europeo mostrano ulteriori altre discrepanze logiche.
Prendiamo ad esempio i Paesi come Italia, Islanda, Portogallo e Grecia. le anomalie termiche sono perfino negative in Islanda (colore azzurro). In Portogallo sono pressoché neutre in giugno, positive in luglio e neutre in agosto. L’Italia risulta molto sopra la media in giugno e luglio e mediamente di poco superiore in agosto. In fine la Grecia è risultata solo moderatamente superiore alla media.
Dal grafico si evidenzia bene che si è verificato un incremento di percentuale di decessi in luglio in tutti i Paesi, ma non in tutti ha fatto poi tutto questo gran caldo.
Le correlazioni spurie
La scienza e l’analisi statistica sono molto utili per cercare di comprendere una relazione tra causa ed effetto. Tuttavia si corre il rischio di cogliere, o, per meglio dire, si vuole cogliere alcune relazioni, che di fatto non esistono. E’ evidente che, nell’immagine sopra riportata non c’è nessuna relazione di causa/effetto tra il numero di casi di suicidio per impiccagione e la spesa US nella scienza. E’ solo una curiosa correlazione…
In conclusione
In sostanza si sono evidenziate numerose discrepanze rispetto alla tesi esposta dallo studio. Non è assolutamente certo che l’estate molto calda del 2022, abbia favorito un incremento significativo di decessi causati dal calore. Purtroppo lo studio in questione, come tantissimi altri vuole trovare una relazione indicandone la spiegazione direi a priori. I numeri e i dati statistici vengono visti solo se permettono di dimostrare la tesi del cambiamento climatico e della sua assoluta pericolosità per l’Umanità. Tuttavia, con questo trend di temperature in aumento e per il medesimo ragionamento di cui sopra, sarebbe onestà intellettuale dovrebbe fare affermare che il periodo invernale sarà caratterizzato in futuro da un numero inferiore di decessi, probabilmente in quantità anche maggiore rispetto al numero di decessi del periodo estivo.
Purtroppo anche lo studio in questione con tutta evidenza distorce la realtà, allarmando il pubblico. I media poi ne approfittano per sparare la notizia esagerando ancor più, col mero fine di accaparrarsi più entrate pubblicitarie. In questo modo si realizza quello “stato di paura“, di cui ho trattato in un precedente articolo e che risulta l’effettiva realtà imperante oggi.
Fausto Cavalli