Cambiamenti climatici: meno 99% di morti dal 1932
Il cambiamento climatico è una costante della natura, tuttavia tutti pare che concordino sul fatto che i combustibili fossili e le emissioni dagli allevamenti ne siano le principali cause. In realtà il clima, come il tempo atmosferico, è notoriamente variabile, volatile e spesso bizzoso.
La storia è ricca di eventi climatici nefasti, ma anche benigni. Basta solo guardarli per quello che sono e non con lenti deformate dall’ossessione climatista che si sta diffondendo soprattutto tra le popolazioni “ricche”.
La stessa organizzazione ONU, tramite l’IPCC, insiste col dire che le catastrofi climatiche stanno diventando sempre più frequenti e gravi, fino a pronosticare una fine dell’umanità prossima ventura tra appena 10-20 anni.
La narrazione corrente sostiene che il numero di morti causati dai cambiamenti climatici di origine antropica stiano aumentando, ad ulteriore conferma del disastro imminente.
Ma tutto questo è vero?
A quanto pare no, i dati dicono in realtà l’esatto contrario!
Fonti: incontrato il dataset HadCRUT4 di Office Hadley Center; Etheridge et al. (1998); Keeling et al. (2001); MacFarling Meure et al. (2006); Dati record IceCore uniti, Scripps Institution of Oceanography
Ma non è questo il grafico che conta davvero, perchè, a ben pensarci, non esiste una temperatura globale intrinsecamente perfetta. Ma se ci fosse, ci aspetteremmo che sia più calda, non certo più fredda come quella di metà del diciannovesimo secolo. Le persone in tutto il mondo hanno da sempre preferito un riscaldamento piuttosto che un raffreddamento climatico. Non esiste un periodo nella storia umana che sia stato considerato “troppo caldo” per gli esseri umani.
Quindi la giusta domanda dovrebbe essere : il clima sta diventando più o meno vivibile ? La statistica chiave, quella che purtroppo non è quasi mai menzionata, è relativa ad esempio alle “morti legate al clima”.
Ecco il grafico precedente messo in correlazione ai decessi per cause climatiche: è sorprendente che, con l’ aumentare delle emissioni di CO2 , i decessi legati al clima diminuiscono.
Fonti: Boden, Marland, Andres (2013); Etheridge et al. (1998); Keeling et al. (2001); MacFarling Meure et al. (2006); Dati record IceCore uniti, Scripps Institution of Oceanography; Database di emergenza internazionale EM-DAT
In realtà la tendenza è con tutta probabilità ancora più drammaticamente al ribasso. Prima degli anni ’70 molti disastri non venivano nemmeno segnalati, per mancanza di informazioni e dati satellitari. Nel 1950, ad esempio, se ci fosse stato un disastro nel mezzo di quello che oggi è il Bangladesh, le informazioni sarebbero state accuratamente raccolte? Probabilmente no.
Per tanto, in generale, possiamo aspettarci che negli anni più recenti siano stati registrati più decessi rispetto al passato. Per alcuni paesi non esistono semplicemente dati validi, perché in luoghi sottosviluppati come, ad esempio Haiti o l’Etiopia, non sappiamo nemmeno esattamente quante persone vivessero in un determinato luogo prima che avvenisse un disastro. Oggi disponiamo di informazioni molto migliori e, poiché le statistiche sui disastri sono legate agli aiuti, vi è un incentivo a riportare in eccesso.
Ecco alcuni numeri sorprendenti dai dati: nel decennio 2004-2013, i decessi correlati al clima in tutto il mondo (tra cui siccità, inondazioni, temperature estreme, incendi e tempeste) sono precipitati a un livello dell’88,6%, inferiore a quello del picco del decennio di massimo tra il 1930 e il 1939. L’anno 2013, con 29.404 morti dichiarati, ebbe il 99,4 percento in meno di morti legate al clima rispetto allo storico anno record del 1932, che contava 5.073.283 morti riferiti per la stessa categoria.
I catastrofisti del clima non vogliono che si sappia tutto questo, perché rivela quanto sia fondamentalmente errato il loro punto di vista. Trattano il sistema climatico globale come fosse un qualche cosa di stabile e sicuro senza la presenza umana, ma che noi rendiamo molto pericoloso. In effetti, il sistema climatico globale è naturalmente volatile e pericoloso da sempre. Tuttavia lo abbiamo reso più vivibile con lo sviluppo e la tecnologia alimentati dall’unica forma di energia economica, affidabile, scalabile e affidabile che può rendere il clima vivibile per 7 miliardi di persone.
Perché questa narrazione catastrofista?
Perché il dogma che l’uomo sta rovinando il pianeta piuttosto che migliorarlo è una religione, una fonte di prestigio e una carriera per troppe persone. Ma è molto utile anche ad una pericolosa visione globalista, fatta di meri interessi economici transnazionali e di politica mondiale. Tutto quello che confuta la catastrofe prossima ventura è una voce da eliminare e ridicolizzare. Lo hanno fatto di recente un coro di bambine tedesche, cantando “Mia nonna è una vecchia maiala ambientale“.(Meine Oma ist ’ne alte Umweltsau)
Dicono che è solo una parodia, ma anche quando iniziò il nazismo era tutto per scherzo, poi sappiamo come è finita…
Fausto Cavalli